Ed eccoci al principe della serata, la piccola e preziosa bottiglia che ha stimolato e dato vita a questa occasione, un vero regalo di Natale per le papille di chiunque. Non avendo mai incrociato questo piccolo produttore, ho raccolto qualche battuta da Cristina Pievani che, assieme ai fratelli Walter e Mauro, rappresenta la quarta generazione di una famiglia dedita alla coltivazione e vinificazione dell’antica “uva merera”. E’ papà Angelo, però, che negli anni ’90 ha fatto il grande passo di acquisire un ettaro da dedicare interamente al Moscato. Oggi La Rodola produce circa mille bottiglie tra Moscato di Scanzo e altri vini da tavola (da terreni in affitto); numeri molto contenuti che rivelano però la passione di chi vi si dedica e il senso profondo di appartenenza a una terra che si lega a doppio nodo con la sua gente. Le uve vengono lasciate appassire per almeno tre settimane prima di essere vinificate, rigorosamente in acciaio o vetro per un’incompatibilità naturale con il legno, con un periodo di riposo di almeno due anni in cantina prima della commercializzazione.
Di Giancarlo ho già detto, suo il merito di questo incontro, suoi i cantucci al cacao biologico sudamericano con nocciole di Viterbo. Ammetto che il confronto è stato un po’ squilibrato, il Moscato ha un carattere forte e incisivo, così un tortino caldo al cioccolato o un dolce al cucchiaio forse avrebbero retto meglio al palato, ma la fragranza e il gusto dei cantucci meritavano un’attenzione speciale e, nel complesso, ci sono stati alla grande.
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